Commissione parlamentare per le questioni regionali - Mercoledì 14 dicembre 2011


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ALLEGATO 1

RELAZIONE DELL'ONOREVOLE MARIO PEPE (PD).

RAPPORTO ANNUALE SULLA LEGISLAZIONE STATO, REGIONI E UNIONE EUROPEA

«La Governance economica e le politiche dell'immigrazione»

QUADRO GLOBALE

Le questioni istituzionali, economiche e finanziarie si intrecciano in maniera dialettica sia per la reciprocità dei condizionamenti sia per il quadro internazionale che appare fortemente compromesso a partire dalla crisi macroeconomica e dagli indici fondamentali relativi alla stabilità degli Stati.
Il nostro Paese - se vuole conseguire un processo di bailout - non è lontano da questi condizionamenti o meglio l'Europa, l'Unione Europea è fortemente intrecciata con i dinamismi economico-finanziari che riguardano il mantenimento democratico degli Stati europei e il rilancio dei trattati che presiedono alla stessa Unione.
In questo quadro generale sono evidenti e macroscopici questi aspetti per quanto riguarda il nostro Paese:
1. poca coesione e instabilità del Governo e delle politiche del Governo;
2. gli accentuati antagonismi tra le forze politiche che sembrano restare in una dimensione di surplace;
3. la grave crisi che ha messo in pericolo l'economia degli Stati con un forte elevato debito pubblico.

Per quanto riguarda il primo aspetto è necessario una nuova governance nazionale ed europea che affronti il tema dei deficit annuali dei bilanci e la graduale attenuazione del debito pubblico.
L'Unione europea ha già proceduto con il Consiglio dei Ministri ad imporre agli Stati l'adozione di due atti:
1. il patto di stabilità;
2. il piano nazionale delle riforme.

L'Italia nel Documento Economico e Finanziario (DEF) si accinge a fare politiche sempre più di rigore che sono state già in parte acquisite da due macro manovre di luglio e agosto che prevedono il risparmio di 95 miliardi di euro.
Una operazione complessa e difficile che andando a regime determinerà un lungo periodo di austerità nel Paese, nelle famiglie.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, le forze politiche di maggioranza ed opposizione devono riconoscersi e collaborare con posizioni diverse ad adiuvandum mantenendo stabile il quadro della situazione politica evitando discrasie sociali e dissesti istituzionali.
Per quanto riguarda il terzo aspetto le decisioni del Consiglio europeo per il pareggio di bilancio assumono valore cogente per il paesi a forte debito pubblico come l'Italia.

IL RAPPORTO INTERISTITUZIONALE DI COLLABORAZIONE

Certamente per affrontare i problemi di cui sopra non è possibile separare le risorse occorrenti dai provvedimenti legislativi. È necessario partire dalla Legge comunitaria che non è altro che una


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delega legislativa per le materie elencate in essa; l'accoglimento e il recepimento dei regolamenti e delle direttive della Legge comunitaria deve avvenire con un procedimento veloce e con un percorso di trasparenza nel metodo e nelle conclusioni.
È chiaro che su tutte le materie pubbliche europee è necessario pervenire all'adozione di Testi Unici e Codici di settore evitando una legislazione grossolana e contingente e avendo come riferimento un quadro legislativo sulle politiche pubbliche ben consolidato.
I Testi Unici sono importanti perché certificano in maniera organica e diacronica attraverso la legislazione europea, nazionale e regionale le competenze e le materie di cui all'articolo 117 della Costituzione.
Le risultanze normative, le prescrizioni, i princìpi, le procedure e i tempi di attuazione devono essere definitivamente acquisiti dalla legislazione nazionale.
Così facendo si evitano le asimmetrie normative, le sovrapposizioni per materie, le anfibologie interpretative, insomma l'obiettivo è avere una sana e chiara legislazione soprattutto per quanto riguarda le politiche di immigrazione.
I Paesi del Mediterraneo come l'Italia con gli strumenti legislativi e con una decretazione d'urgenza hanno tentato fin d'ora di far fronte ad una immigrazione incontrollata ma il problema va affrontato nella Comunità europea non solo con una legislazione uniforme ma anche con adeguate azioni di contrasto.
L'immigrazione comunque pone il tema della inclusione di nuove etnie che mettono in forse codificazioni, valori e principi che appartengono storicamente agli Stati nazionali.
La legislazione europea in tal senso è solo una legislazione parenetica di accountability ma in concreto le scelte normative non trovano ancora concretezza ed efficacia.
La Commissione per le questioni regionali deve salvaguardare le autonomie territoriali e in modo particolare le regioni sulle politiche che in maniera diretta o in maniera concorrente esse dovranno affrontare.
Esse non partecipano soltanto alla fase ascendente ma soprattutto alla fase discendente dovendo anch'esse dar vita ad una legislazione organica, chiara nel quadro delle scelte delle politiche nazionali ed europee.
Innanzitutto nell'esame dei provvedimenti la Commissione per le questioni regionali deve usare rigore e chiarezza esaminando stricto iure quello che riguarda l'attuazione regionale; è necessario salvaguardare le competenze ex articolo 117 delle regioni e del sistema delle autonomie locali attraverso l'interlocuzione della Conferenza unificata; è opportuna una azione attiva delle regioni nel recepimento della legislazione europea con un documento di richiamo alla forma e alla sostanza delle competenze regionali.
Le politiche europee, in conclusione, soprattutto le politiche economiche e finanziarie e le politiche dell'immigrazione, devono trovare un particolare approfondimento in sessioni speciali in modo che il triangolo operativo tra Stato - Europa - Regioni si possa saldare senza diaframmi e senza sovrapposizioni.
La legislazione, la qualità delle legislazioni e le prassi legislative devono trovare nelle Assemblee deliberanti una svolta radicale in ossequio alle logiche e alle dinamiche di una sana ed efficace azione normativa.


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ALLEGATO 2

Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani (C. 4534 Governo e abb., approvata dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La Commissione parlamentare per le questioni regionali,
esaminato il testo della proposta di legge C. 4534, approvata dal Senato, recante «Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani»;
considerata la rilevanza che l'istituzione della predetta Commissione potrà assumere nel campo della promozione dei diritti umani;
rilevato che il provvedimento rientra in ambiti di competenza esclusiva dello Stato, in particolare nella materia di cui all'articolo 117, comma 2, lettera g) della Costituzione («ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato»), in quanto recante l'istituzione di un organo dello Stato, nonché afferisce al profilo dei rapporti internazionali dello Stato ai sensi di cui all'articolo 117, comma 2, lett. a), atteso che il provvedimento si conforma agli impegni assunti con la risoluzione ONU richiamata all'articolo 2;
constatato che l'articolo 3 enuncia, tra i compiti della suddetta Commissione, la promozione della cultura dei diritti umani attraverso specifici percorsi formativi da realizzare anche presso istituzioni scolastiche, nonché la promozione, presso le pubbliche amministrazioni, dell'inserimento della materia relativa ai diritti umani in tutti i programmi di formazione personale;
rilevata l'opportunità di rivedere il profilo della copertura finanziaria del testo, in armonia con il clima di austerità ed in coerenza con le restrizioni poste a carico degli enti pubblici dalla manovra economica varata dal Governo;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente osservazione:
valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere un coinvolgimento della regione e degli enti locali interessati nell'attuazione delle previsioni di cui all'articolo 3, inerenti alla definizione di specifici percorsi formativi da realizzare presso istituzioni scolastiche e di programmi di formazione del personale volti alla promozione della cultura dei diritti umani.


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ALLEGATO 3

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Croazia e il Governo della Repubblica italiana in materia di cooperazione culturale e d'istruzione, fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008 (C. 3744).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La Commissione parlamentare per le questioni regionali,
esaminato il testo del disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Croazia e il Governo della Repubblica italiana in materia di cooperazione culturale e d'istruzione, fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008;
evidenziato che l'oggetto del provvedimento rientra nell'ambito di materia dei «rapporti internazionali dello Stato» che la lettera a) del comma secondo dell'articolo 117 della Costituzione riconduce alla competenza legislativa esclusiva dello Stato;
rilevato che nei settori di cooperazione individuati dall'Accordo, che attengono a materie su cui opera la competenza legislativa regionale ai sensi del Titolo V della Costituzione, le Parti si impegnano a sostenere la cooperazione tra Regioni ed enti territoriali rispettivi;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) sia previsto che le regioni interessate possano attivare forme di interlocuzione con i corrispondenti enti territoriali croati e di attuazione dei contenuti dell'Accordo in relazione alle materie di competenza regionale;
2) sia rafforzata la promozione degli studi del regionalismo speciale negli assetti e nella normativa e delle interconnessioni istituzionali tra le regioni di confine.


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ALLEGATO 4

Norme per promuovere l'equità retributiva nel lavoro giornalistico (Nuovo testo C. 3555).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La Commissione parlamentare per le questioni regionali,
esaminato, per i profili di propria competenza, il nuovo testo della proposta di legge C. 3555, in corso di esame presso la VII Commissione della Camera, recante norme per promuovere l'equità retributiva nel lavoro giornalistico;
considerato che le norme contemplate nel testo in esame sono prevalentemente riconducibili alle materie di potestà legislativa esclusiva statale «ordinamento civile» e «sistema tributario e contabile dello Stato», di cui all'articolo 117, secondo comma, lettere e) ed l), della Costituzione e preso atto che rileva altresì il riferimento alla materia delle «professioni», di potestà concorrente Stato-regioni;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) sia previsto che il principio del trattamento economico proporzionato al lavoro svolto si estenda alla vasta e non normata area del precariato e ne accresca la tutela oggi largamente insufficiente;
2) siano stabilite apposite norme volte a rendere pubbliche e trasparenti le retribuzioni percepite dai giornalisti.


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ALLEGATO 5

Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica (Testo unificato C. 746 e abb).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La Commissione parlamentare per le questioni regionali,
esaminato, per i profili di propria competenza, il testo unificato del disegno di legge C. 746 e abb, in corso di esame presso la XII Commissione della Camera, recante «Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica»;
considerato che la disciplina oggetto del provvedimento attiene a profili riconducibili alla competenza legislativa concorrente connessa al profilo della «tutela della salute», ai sensi dell'articolo 117, comma 3, della Costituzione; evidenziato altresì che rileva la materia «ordinamento civile», riconducibile alla potestà legislativa esclusiva dello Stato, ai sensi dell'articolo 117, comma 2, della Costituzione;
rilevato che l'articolo 7 del provvedimento prevede l'emanazione di un decreto del Ministro della salute, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, per l'attuazione delle disposizioni recate dal provvedimento;

esprime

PARERE FAVOREVOLE.