Onorevoli Colleghi! - La Giunta per le autorizzazioni riferisce su due domande d'insindacabilità avanzate da Furio Colombo, deputato nella XIII legislatura, senatore nella XV e di nuovo deputato nella legislatura in corso, proclamato il 22 aprile 2008.
Furio Colombo è citato per danni da diffamazione a mezzo stampa per 150 mila euro da Leonardo Marras, presidente della giunta provinciale di Grosseto, e per 750 mila euro da Carlo A. Puri Negri, amministratore delegato della SACRA, una società di capitali che era incaricata di costruire un impianto energetico di biogas nel territorio di Capalbio, vicino alla riserva naturale di Burano, nella Maremma toscana, proprio in provincia di Grosseto.
Le due domande di deliberazione concernono giudizi civili per risarcimento di danno pendenti presso i tribunali rispettivamente di Grosseto e Milano.
Nell'atto di citazione di Leonardo Marras ci si duole:
dell'articolo apparso sul Fatto quotidiano del 29 aprile 2012;
della replica apparsa il 4 maggio 2012 sul Tirreno;
dell'interrogazione a risposta in Commissione depositata l'8 maggio 2012, poi dichiarata inammissibile per incompetenza, con la decisione del Presidente della Camera del 17 maggio (v. pagg. 2, 3 e 4 dell'atto notificato).
Nell'atto di citazione del dott. Puri Negri si ritiene diffamatorio il contenuto:
dell'articolo apparso sul Fatto quotidiano del 29 aprile 2012;
della citata interrogazione a risposta in Commissione dichiarata inammissibile;
dell'articolo di giornale apparso sul Tirreno l'11 ottobre 2012 (v. pagg. 3-7 dell'atto notificato).
La Giunta ha esaminato le due domande in forma abbinata nelle sedute del 12 e 13 dicembre 2012, pervenendo a deliberare - con distinte votazioni - per una proposta d'insindacabilità su entrambe le cause. Gli atti introduttivi dei giudizi e gli articoli di giornale ivi richiamati s'intendono qui riportati per intero. Si allegano alla presente relazione gli estratti dei resoconti delle sedute appena citate nonché tutti i documenti parlamentari di rilievo.
L'esame parlamentare - come è noto - deve limitarsi a verificare se tra i fatti per cui l'on. Colombo è chiamato a rispondere vi sia un nesso funzionale con atti del suo mandato parlamentare, tipici o c.d. 'atipici'. Si rimanda qui alla nota giurisprudenza costituzionale a partire dalle sentenze nn. 10, 11 e 320 del 2000 e per quel che qui rileva anche le sentenze nn. 219 e 379 del 2003 e 120 del 2004.
Si premetta allora - anzitutto - che, il 15 febbraio 2012, i deputati Giusy Servodio e altri presentarono una mozione (la n. 869) proprio sul tema della sicurezza delle centrali di biogas e sulla loro compatibilità con gli insediamenti abitativi e con le attività agricole dei territori circostanti.
Vale la pena citare espressamente un passaggio della mozione:
«[...] Tra le energie rinnovabili da biomassa, il biogas sembra, quindi, rappresentare un'apprezzabile potenzialità per alcune intrinseche caratteristiche positive della sua filiera: l'elevata intensità di lavoro che è in grado di produrre; utilizzo prevalente di biomasse prodotte dalle aziende agricole italiane; la nascente filiera tecnologica italiana di produzione di impianti a biogas, con tutte le importanti potenziali ricadute sull'indotto e gli effetti positivi derivanti dal reinvestimento dei profitti (garantiti dagli incentivi) nello sviluppo tecnologico di questo settore all'interno del sistema Paese; la valorizzazione di parametri come inefficienza e il riciclaggio di gran parte degli scarti della produzione agricola e zootecnica; l'agevole localizzazione degli impianti in prossimità dei luoghi di produzione delle biomasse, con la contestuale riduzione dei costi (economici ed ambientali) del trasporto delle biomasse stesse; il possibile utilizzo in ambito cogenerativo;
tra le criticità emerse nella diffusione delle bioenergie si sottolineano le seguenti: la realizzazione di impianti di medie e grandi dimensioni comporta, inevitabilmente, un aumento della distanza coperta dai materiali necessari per il funzionamento degli impianti, con conseguente incremento della mobilità di mezzi pesanti e del relativo impatto ambientale; in alcune province dell'Italia si sta verificando un'eccessiva concentrazione di impianti che, in assenza di una programmazione territoriale, determina effetti in contrasto con gli obiettivi che in tutti questi anni hanno determinato il sostegno allo sviluppo degli impianti agro-energetici di piccole dimensioni nell'ottica esclusiva della multifunzionalità dell'agricoltura; occorre, quindi, che la governance delle regioni o, quando delegate, delle province sui territori sia ben organizzata e studiata nell'intera sua complessità, senza permettere la concessione di autorizzazioni quando non sono presenti tutte le corrette rassicurazioni per la sostenibilità delle filiere tradizionali;
una delle principali preoccupazioni, che andrebbe comunque confrontata con i dati Istat relativi all'ultimo censimento agricolo in merito alla cessazione delle attività agricole, riguarda il pericolo di trasformazione delle colture agricole attualmente destinate all'alimentazione umana (food) e alla zootecnia (feed) in colture finalizzate alla produzione di energia (fuel), con immaginabili alterazioni del mercato dei prodotti agricoli e zootecnici, rischiando di trasformare la finalità originaria delle agro-energie - di attività integrativa del reddito in agricoltura - in attività sostitutiva dell'agricoltura [...]».
Ebbene, questa mozione è stata discussa e approvata dall'Assemblea della Camera dei deputati nella seduta del 29 marzo 2012 e alla sua approvazione il deputato Colombo ha concorso con il suo voto (registrato con il metodo elettronico sul resoconto stenografico della seduta).
Questo passaggio parlamentare - in cui tipicamente Furio Colombo dà il suo voto in Assemblea su una mozione presentata dal suo gruppo - è decisivo per capire il seguito della vicenda.
Dalla documentazione messa a disposizione della Giunta si trae che nel comune di Capalbio - uno dei territori più estesi della provincia di Grosseto - si trova un ampio ecosistema che chiama tutte le estati migliaia e migliaia di turisti che affollano le spiagge, frequentano i paesi e i borghi dell'entroterra e godono di un ambiente spettacolare. Il comune di Capalbio ha diverse frazioni (Capalbio Scalo, Torre Palazzi, Borgo Carige, Carige Alta e Pescia Fiorentina) e un lago - quello di Burano - che è riserva naturale gestita dal WWF.
Proprio in questo ambito territoriale così prezioso - in località Origli - si progettava di costruire una centrale a biogas, concretando proprio i pericoli paventati nella mozione Servodio e altri, approvata dalla Camera cui Colombo ha aderito con il suo voto.
Con un articolo pubblicato sul Fatto quotidiano il 29 aprile 2012 dal titolo Dove Grillo trova il suo terreno, il deputato Colombo intese divulgare le preoccupazioni espresse con il suo voto sulla mozione, anche riferendole alla specifica situazione dell'ipotizzata centrale di biogas di Capalbio.
Analoghi contenuti egli inserì in un altro articolo, dal titolo Caro Marras, sul biogas non è finita, pubblicato il 4 maggio 2012 sul Tirreno. Tale ultimo articolo, peraltro, conteneva una risposta a un precedente articolo dello stesso Marras, pubblicato il 25 aprile 2012, sempre sul Tirreno.
In tale articolo egli, in pratica, riferì della contrarietà alla costruzione dell'impianto della popolazione di Capalbio, più volte rappresentata dal sindaco, Luigi Bellumori, nelle diverse sedi delle istituzioni locali e manifestatasi in numerose iniziative pubbliche; e chiede conto della mozione parlamentare approvata.
Indi, l'8 maggio 2012, il deputato Colombo depositò presso la Presidenza della Camera un'interrogazione a risposta in Commissione con cui - riepilogati gli estremi della controversa vicenda - domandava al governo come fosse possibile consentire un simile danno all'ambiente e quali verifiche il dicastero competente intendesse svolgere per appurare la regolarità delle procedure che avevano portato al rilascio dell'autorizzazione alla SACRA (la società concessionaria della costruzione). L'interrogazione era co-firmata dai deputati Bratti, Braga e Mariani i quali - non per caso - erano anche co-firmatari della mozione Servodio e altri cui supra si è accennato.
Senonché in data 17 maggio 2012, il Presidente della Camera, on. Fini, con lettera prot. 13883/Gen/Ass, comunicò all'on. Colombo che il suo atto ispettivo non era ammissibile in ragione dell'incompetenza del Governo a rispondere su temi di spettanza regionale e provinciale, alla luce dei principi dell'autonomia delle regioni e degli enti locali, tutelata dal titolo V della Costituzione.
Sarà solo in data 7 dicembre 2012 che un nuovo atto ispettivo del collega Colombo in materia supererà il vaglio presidenziale di ammissibilità e approderà alla pubblicazione negli atti parlamentari.
Nel frattempo, sul Corriere di Maremma del 21 maggio 2012 e sul Tirreno del 15 giugno 2012 si riferiva del contrasto tra il deputato Colombo e altre personalità opposte alla realizzazione dell'impianto - da un lato - e il presidente della provincia Marras, la SACRA e altri soggetti interessati a quella costruzione - dall'altro. Sul Corriere di Maremma del 21 maggio si faceva espresso riferimento all'interrogazione (appena dichiarata inammissibile) cui poc'anzi si è fatto riferimento.
Infine, sul Tirreno dell'11 ottobre 2012, Furio Colombo tornò a spiegare le sue ragioni e a esporre di aver firmato (unitamente ad altre persone, tra cui sua moglie Alice Oxman) un esposto alla procura della Repubblica di Grosseto.
Nei giorni successivi si ebbero altri articoli di giornale, non ascrivibili a Furio Colombo, che amplificarono la polemica e, da ultimo, sul Corriere della sera dell'8 novembre 2012, a firma Giovanna Cavalli, apparve un ultimo pezzo, quasi a mo' di riepilogo.
Dal punto di vista giuridico, comunque, quel che qui rileva è l'insieme dei fatti e atti addebitati in sede risarcitoria alla firma di Furio Colombo, come supra illustrati e che qui s'intendono integratamente riportati.
È su tali atti - e solo su questi - che si deve appuntare l'analisi della Camera(1). Quanto all'articolo del 29 aprile 2012, la Giunta ha ritenuto che esso costituisca una divulgazione dell'attività tipica del deputato Colombo, che - come ricordato - aveva fatto propri i contenuti della mozione Servodio e altri, partecipando alla relativa votazione.
Quanto all'interrogazione (sia pure dichiarata inammissibile per motivi diversi dalla sua pretesa portata lesiva della reputazione altrui), anche alla luce dei dettami della Corte costituzionale (sentenze nn. 379 del 2003 e 120 del 2004), è pacifico che si tratti di atto coperto dall'insindacabilità parlamentare.
Analogamente, infine, deve dirsi - a parere della Giunta - per quel che concerne l'articolo dell'11 ottobre 2012, che deve ritenersi proiezione esterna e sviluppo naturale sia della partecipazione al voto del 29 marzo 2012 sia del deposito dell'interrogazione dell'8 maggio. Da questo punto di vista, il nesso funzionale tra dichiarazioni extra moenia e gli atti parlamentari citati non può ritenersi reciso dall'uso di talune espressioni colorite, metaforiche o ironiche.
Per completezza (come preannunziato) si allegano alla presente relazione il resoconto delle sedute del 12 e 13 dicembre 2012, il testo della mozione Servodio e altri n. 869, il tabulato delle votazioni, il testo dell'interrogazione Colombo e altri dell'8 maggio 2012 e la lettera del Presidente della Camera del 17 maggio 2012.
Dev'essere anche chiarito che a pag. 3 dell'atto di citazione del dott. Marras e a pag. 5 dell'atto di citazione del dott. Puri Negri è menzionata, in una nota a pie' di pagina, l'interrogazione dell'8 maggio 2012, in un testo non corrispondente a quello depositato presso la Camera dei deputati. Durante la sua audizione, Furio Colombo ha disconosciuto con nettezza la versione trascritta negli atti introduttivi del giudizio, chiarendo di non aver sottoscritto alcun testo, parlamentare o giornalistico, in cui si fa riferimento a viaggi all'estero. A richiesta del deputato Sisto, il Presidente della Giunta Castagnetti ha acquisito presso il tribunale di Grosseto il documento richiamato nella citazione del dott. Marras ed esso, munito dell'attestazione di conformità da parte del cancelliere, non risulta sottoscritto dal deputato Colombo, sicché non è possibile ascrivergli il contenuto del documento nella parte difforme dall'interrogazione depositata.
A beneficio dei colleghi che non erano membri della Giunta nella scorsa legislatura, è necessario ricordare un precedente assolutamente analogo che si ebbe nel 2007 in favore dei deputati Garagnani e Raisi che furono citati a giudizio per taluni atti ispettivi - anche dichiarati inammissibili - il cui contenuto fu da loro divulgato in una conferenza stampa (v. doc. IV-quater n. 25 - XV legislatura).
In definitiva, considerato che la giurisprudenza costituzionale e della Corte di cassazione è nel senso che sono insindacabili, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione quegli atti che sono diretta espressione dell'esercizio del mandato parlamentare oppure divulgazione all'esterno delle Camere di contenuti previamente manifestati nelle sedi parlamentari proprie, la Giunta per le autorizzazioni ha verificato che le affermazioni per cui Furio Colombo viene chiamato a rispondere sono totalmente ancorate a tali criteri. Peraltro, la circostanza che egli si sia fatto interprete delle preoccupazioni e delle proteste della comunità locale di riferimento, mostra precisamente come la ratio dell'istituto dell'insindacabilità, legata inscindibilmente al principio del libero mandato parlamentare di cui all'articolo 67 della Costituzione, sia pienamente rinvenibile nei fatti oggetto dei procedimenti in titolo. Da questo punto di vista, chi scrive si sente di poter affermare che nella circostanza odierna manca ogni aspetto di abuso, prevaricazione o chiusura di "casta" rispetto al sindacato giurisdizionale. Tanto più che le controparti sono a loro volta l'uno un esponente politico locale piuttosto in vista e l'altro un imprenditore affermato, entrambi dotati di ampie possibilità di replica sui mezzi di informazione (diversamente da altri casi in cui la persona attinta dall'invettiva del parlamentare era soggetto poco noto, con chiare difficoltà di accesso ai canali dei mass media o con limitazioni deontologiche all'esternazione sui giornali).
Per questi motivi la Giunta propone all'Assemblea di deliberare - con distinte votazioni - che i fatti per cui sono in corso i procedimenti civili in oggetto concernono opinioni espresse da un deputato nell'esercizio delle sue funzioni ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione e dell'articolo 3, comma 1, della legge n. 140 del 2003.
Marilena SAMPERI, relatrice
ALLEGATO 1
Marilena SAMPERI (PD), relatrice, offrendo alla Giunta circostanziati ragguagli in ordine alle cause civili pendenti presso i tribunali di Grosseto e Milano, chiarisce che l'atto parlamentare da cui deve muovere l'analisi della Giunta è costituito dalla mozione n. 869 sottoscritta dalla deputata Servodio e altri. In tale atto di indirizzo ci si diffonde sulle criticità delle centrali energetiche di biogas, specialmente su quelle di dimensioni medie e piccole. Il relativo impatto ambientale e le conseguenti alterazioni dello sviluppo agricolo non sono di poco momento e l'on. Furio Colombo risulta aver fatto propri i contenuti di tale atto parlamentare avendo partecipato alla seduta in cui la mozione è stata discussa e approvata. Il deputato interessato ha anche partecipato alla votazione esprimendo voto favorevole.
Peraltro, dopo essersi inserito nel dibattito giornalistico sulla questione, con speciale riferimento alla situazione verificatasi a Capalbio, egli ha presentato un atto ispettivo, sottoscritto anche da taluni dei cofirmatari della mozione Servodio e altri. Il Presidente della Camera tuttavia ha dichiarato inammissibile l'interrogazione perché il quesito in essa formulato non ineriva alle competenze del Governo, bensì a quelle degli enti territoriali. Quest'ultimo dettaglio consente nondimeno di dare ingresso all'applicazione del principio stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale n. 379 del 2003. In tale pronunzia fu riconosciuta la copertura dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione a una conferenza stampa di un deputato che aveva divulgato contenuti espressi in un'interrogazione che non vide la luce negli atti parlamentari perché dichiarata inammissibile per incompetenza del Governo a rispondere.
Anticipa che la fattispecie odierna le pare esattamente identica ma si riserva di formulare una proposta all'esito dell'audizione dell'on. Furio Colombo e della successiva discussione.
(Viene introdotto il deputato Furio Colombo).
Dopo che (Il deputato Furio Colombo si allontana dall'Aula).
La seduta termina alle 10.10.
La Giunta con distinte votazioni approva, all'unanimità, le proposte della relatrice Samperi, alla quale conferisce il mandato di predisporre il documento per l'Assemblea.
Curiosamente, il progetto della SACRA ha incontrato una rapida accondiscendenza del presidente della Giunta provinciale e, inizialmente, anche del sindaco di Capalbio, il quale, tuttavia, ha successivamente cambiato posizione a seguito delle proteste degli abitanti.
Della vicenda si è interessata anche la procura della Repubblica di Grosseto giacché gli intermediari nell'acquisto dei terreni su cui doveva sorgere la centrale non avevano un passato penalmente limpido. Crede che la polemica di cui è stato protagonista abbia avuto sempre caratteristiche tecniche e politiche, avendo egli peraltro sottolineato come la conferenza dei servizi non abbia tenuto in debito conto il parere della ASL. Osservato da ultimo che, stranamente, si è trovato in una situazione di polemica politica più con l'attuale presidente della Giunta provinciale, che è membro del Partito Democratico, che con il precedente, che era di centro-destra, crede in definitiva che la sua battaglia sia stata tutta connessa alla sua funzione di parlamentare.
(Seguito dell'esame e conclusione).
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